Archive for sclero

non so come intitolare questo post, scriverò una parola a caso: improcrastinabile

è proprio una parola a caso, ho aperto il vocabolario e puntato il dito ad occhi chiusi.

mi rifaccio viva dopo due settimane, senza avere nulla di interessante da dire, ma solo perchè è il mio blog, e mi spiace trascurarlo. e mi spiace pure trascurare voi che mi leggete (sarete 3 in tutto, ma -ehi- meglio pochi che niente). ultimamente sono stata impegnatissima, sapete: la caduta del governo e le dimissioni di cuffaro (sarò una pulzella educata e non esulterò perchè finalmente questo porcellino d’india -ha proprio la faccia di un porcellino d’india secondo me o__O- se n’è tornato da dove è venuto. e non stapperò neppure una metaforica bottiglia di spumante -anche se vorrei) mi hanno portato via tutto il mio tempo (non è vero, ho solo studiato; e forse è anche mancata la voglia di postare)
dov’eravamo rimasti? mi sono persa in questa foresta di voli pindarici e di parentesi tonde che è la mia mente @__@

ah ecco, tra tante inutilità m’ero scordata il motivo principale per cui ho scritto questo post: volevo solo far vedere una mia creazione di ieri pomeriggio *LOL*
a mia discolpa devo dire che è nato tutto per colpa di una conversazione con pilux e per una mia frase (“valentino è tanto carino, somiglia a una scimmietta *___*”)


non è troppo carino? *__*

ok, me ne torno a studiare, che è meglio. perchè tanto, un filo logico, neanche a pagarlo oro si trova in questo post.

io e il mio nuovo amore *.*

[piccola avvertenza: questo post in realtà è stato scritto mentre avevo ancora la febbre, e si vede. ero tentata di non pubblicarlo, visto l’alto tasso di incompresibilità, ma poi c’ho ripensato. in fondo è pur sempre il MIO blog… quindi leggete pure, ma a rischio e pericolo delle vostre facoltà intellettive]

la lista dei regali l’ho già fatta, ma il caro vecchio babbo natale mi ha portato un altro regalo (in ritardo, per fortuna…): l’influenza, con tanto di tosse spaccapolmoni, che un vecchio fumatore che lavora da 40 anni in miniera mi fa un baffo; e la febbre a 39. questo simpatico regalino mi ha tenuta a letto per ben due giorni. lo so che due giorni in realtà non sono niente, ma provate voi a stare a letto, mentre tutto il mondo è fuori a divertirsi… perchè ovviamente l’influenza non colpisce quando devi andare all’università. viene sempre a natale… o a capodanno… o a carnevale… o mentre sei a un matrimonio…
BTW, questo riposo forzato mi ha permesso di conoscere meglio il mio nuovo amore *.* il mio iPod *-* appena ricevuto l’ho subito sincronizzato con itunes, e la prima cosa da fare era dargli un nome. ma come cacchio fai a dare un nome a qualcuno che ancora non conosci? nell’indecisione del primo momento, l’avevo chiamato swarley!; non so perchè, è stata la prima cosa che mi è venuta in mente. ma dopo mezza giornata ho capito che quel nome non gli apparteneva. sotto i fumi della febbre, ho avuto la tentazione di chiamarlo Ryuk, visto che sembrava non capire un cazzo -__- mi ha cambiato i nomi di un bel po’ di canzoni, che a quel punto ovviamente non ho più riconosciuto. poi ho capito che mi ha trovato i titoli o gli artisti VERI di quelle canzoni che invece sul pc erano sbagliate *.* se già avevo iniziato a volergli bene, dopo questa scoperta l’amore per questo aggeggino (si scrive davvero con 4 g?) è salito alle stelle. è GENIALE *.* e un genio come lui non può che chiamarsi L Lawliet* !

PS: non preoccupatevi se non capite chi siano questi Ryuk e L. colpa della mia mania per Death note…

* Nda: che poi non è nient’altro che il vero nome di L

un giorno di pioggia

no, non c’entra niente Kiss me Licia, Andrea e Giuliano non hanno incontrato nessuno stavolta.
Si tratta di me e della crisi da stress Natalizio, che quest’anno, per la prima volta, ha colpito anche me. Mi ha presa in pieno mercoledì mattina, quando ho sfidato le intemperie pur di andare da auchan a comprari gli ultimi regali di natale. Me ne sono fregata di pioggia, nebbia e vento, e sono uscita lo stesso. già sul 524 il sorriso beato che avevo stampato in faccia inizia a prendere la forma di un ghigno di insofferenza, quando noto (mio malgrado) Ragzzo istrionico (e sua madre). Un tipo egocentrico che ha trovato la sua missione di vita: scassare le palle (di natale, ovviamente) a tutto l’autobus, ciarlando inutilmente ad alta voce e cercando di fare amicizia con tutti. purtroppo il game boy si scarica prima che l’autobus lasci piazza alcalà, e mi trovo costretta ad ascoltarlo contro la mia volontà, non avendo altro da fare. anche la madre partecipa, e ci tiene a farci sapere che il suo bambino (un omone di età compresa tra i 40 e i 50 anni, grande e grosso come un armadio) non mangia niente, poverino, la fa disperare…

travolta da queste chiacchiere noiosamente inutili, sbaglio fermata, e scendo molto prima di arrivare da auchan. vabbè, poco male, faccio due passi a piedi e non ascolto pù fastidiose ciarle. arrivata all’iper vedo gli addobbi natalizi, e torna il sorriso. per andarsene dopo due minuti, cioè appena mi rendo conto che è tutto troppo caro, che non potrò regalare niente al babbo e al ragazzo che amo T__T ed eccolo piombarmi addosso come un macigno: lo stress! mi coglie dritto in faccia tra il reparto dvd e il reparto libri. penso che, soprattutto al secondo, vorrei regalare il mondo. ma il mondo deve costare meno di 15 €, visto che le mie finanze totali ammontano a 25 euro, da cui vanno decurtati i soldi per l’autobus per tornarmene a casa .___.
Maledette bollette! dovevate arrivare tutte insieme prima di natale? -__- no, perchè nel giro di due settimane ho dovuto tirar fuori i soldi per: bombola cucina, bombola stufa, bolletta luce scala, bolletta acqua e bolletta luce casa.

per tutti questi motivi (no, il motivo è solo uno: mancanza di soldi) in mezzo a una folla attonita vengo colta da una crisi di pianto di quelle mai viste, con tanto di rumorosissimi singhiozzi…

ok, è il momento di andare via, stare tra quegli scaffali mi farà solo male. meglio ritentare domani, mi dico. e infatti, siccome la notte porta consigli, ecco arrivare l’idea GENIALE! dire alle coinquiline “ragazze, non vi preoccupate, la bolletta della luce di casa la pago io sto mese”, farsi dare i soldi, prendere in prestito una decina di euri, comprare i regali, tornare in paese, farsi dare i soldi della bolletta dal babbo, pagarla come se niente fosse successo.

l’indomani sono di nuovo uscita sotto la pioggia, ma stavolta con in tasca i frutti di un piano diabolico ben congegnato, e in faccia il più bel sorriso da “chebbello, è natale” che si sia mai visto.
si sa, con i soldi in tasca vengono mille idee. e infatti nel giro di 5 minuti, saltellando felice sotto l’ombrello, ho trovato il regalo perfetto per entrambi. regali belli, utili, e molto natalizi (soprattutto quello del papone *__*). non li scrivo perchè qualcuno potrebbe leggere, rovinandosi la sorpresa, ma sono davvero contenta dei regali che ho fatto quest’anno *___*

una risata vi seppellirà…

…o forse lo farà un’automobile -__-

sono cosciente del fatto che il titolo di questo post possa suonare strano. spiego subito che non ha niente a che fare con la politica, l’anarchia o la storia (è un blog stupido, dove vengo per rilassarmi e scrivere stupidate, che pretendete? .__.)

ieri stavo per essere uccisa da una risata. la mia, per esattezza. mentre pranzavo tranquilla il fratello della mia coinquilina racconta una storia bellissima. era proprio una bella storia, e l’avrei apprezzata di più se solo non avessi avuto l’insalata in bocca proprio quando è arrivato al momento clou. volevo ridere, ma non potevo (oppure potevo, ma non sarebbe stato un bel vedere per chi era a tavola con me), e nello sforzo di trattenere la risata un maledettissimo pezzettino di lattuga (poteva anche essere una maledetta carotina, non ne sono sicura) è andato a fare una passeggiata giù per il canale sbagliato, impedendomi di respirare per almeno… boh? 10 secondi? può essere? non lo so, fate il conto voi, è durato abbastanza a lungo da essere fastidioso, ma evidentemente non troppo a lungo, visto che non sono morta…

dov’eravamo rimasti? ah si, ecco! questa risata quasi letale è stato solo un avvertimento di quello che sarebbe successo oggi: stavo per essere investita 3 (TRE) volte nel giro di mezz’ora!
la prima volta diciamo anche che me la sono proprio cercata: ho attraversato la strada (si badi bene, sulle strisce pedonali) in una strada in discesa, in mezzo a un traffico allucinante, e ho rischiato di essere centrata in pieno da uno scooter che ovviamente sfrecciava in mezzo alle auto (il cui conducente era ovviamente senza casco). il tutto è avvenuto davanti a un vigile che, ovviamente, non ha mosso un dito.

bene, ok, pericolo scampato, posso tornare a camminare tranquilla per i fatti miei. dopo neanche 5 minuti devo riattraversare la strada: passo di nuovo sulle strisce, stavolta una gentile signora si ferma per farmi passare (e io nemmeno me n’ero resa conto che questa qui s’era fermata. sono così abituata al fatto che nessuno, in questa città, consideri le strisce qualcosa di utile e non puramente decorativo, che aspettavo che non ci fossero più auto all’orizzonte, per correre verso il marciapiede opposto), dicevo, sta signora si ferma. appena me ne rendo conto attraverso. Incauta! l’agguato era proprio lì. un’auto, evidentemente impaziente, supera a destra la signora gentile, e rischia di tranciarmi una gamba. per fortuna ho riflessi pronti, e mi sono scansata in tempo (non è vero. ho solo avuto culo. se questa macchina fosse passata un secondo dopo, o se mi fossi resa conto subito che signora gentile [si, ormai è il suo nome anagrafico] s’era fermata apposta per me, m’avrebbe presa in pieno).

ma a quanto pare sarò la nuova protagonista di “final destination *inserire numero. non so a che episodio siano arrivati fin’ora*”. il terzo (e spero ultimo) agguato della giornata è proprio dietro l’angolo. decido di attraversare al semaforo. da brava cittadina, aspetto che diventi verde per passare. quando ormai ho quasi raggiunto l’altro lato della strada, ecco sbucare un’auto da dietro l’angolo. per fortuna il tizio frena in tempo, ma impreca contro di me, chiedendosi che ci facessi in mezzo alla strada. gli faccio notare che IO ho il verde, ma lui mi dice che anche dal suo lato era verde. non gli credo, ma scopro che ha ragione o__O vado a controllare (un po’ perchè sono curiosa, un po’ perchè volevo poter pensare che il signore [no, non Gesù, cesare -__-] avesse torto) e vedo che per girare a destra il semaforo è verde o__O ma come li programmano sti semafori? da chi posso andare a lamentarmi? c’è un’autorità addetta al controllo timer semafori al comune, secondo voi?

in attesa che l’ordine venga ristabilito, attraverserò solo ed esclusivamente dove NON ci sono strisce pedonali né semafori. sono sicura che sarò più fortunata .__.

ma che freddo fa…

/si avvisano i gentili lettori che sto per scrivere un breve post ad alta concentrazione di turpiloquio. non è colpa mia, prendetevela con gli spifferi/

odio questa cazzo di casa. fa un freddo boia, ci sono stramaledettissimi spifferi ovunque -___-

oggi ho studiato in facoltà, c’erano finestre aperte ogni due metri, eppure non c’era sto freddo. che succede? tutto il gelo viene convogliato a casa mia? e che minchia è??

è normale che devo stare con guanti e sciarpa dentro casa? O__O e siamo solo a novembre… per coprire gli spifferi ho dovuto azziccare fogli, cotone e varie ovunque .___.

/fine momento di sclero/